È possibile pensare di sfruttare tecnologie modernissime come la blockchain per visitare un museo e proteggerne le opere? A questo sta già lavorando da tempo il Museo Egizio di Torino in collaborazione con la ÆrariumChain, una società che si sta occupando di scansionare il patrimonio della struttura per garantirne la conservazione futura e la tutela nel caso di danneggiamenti o furti.
È solo una delle strade che stanno percorrendo i musei del mondo per tornare a essere competitivi dopo i lunghi mesi di chiusura durante la pandemia Covid.
Un altro esempio rimane in Italia, dove il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ha addirittura ideato un videogioco da usare come alternativa alla solita app ufficiale così da coinvolgere maggiormente i visitatori futuri e anche quelli molto lontani dallo Stivale, che potrebbero essere motivati a recarsi in città proprio perché conquistati dall’idea di “giocare” in un museo.
Il network museale Museum of London, poi, ha pensato a delle collezioni puramente online, sfruttando il fatto che i cittadini sono ormai iperconnessi: è nato così il progetto “Silent London”, creato registrando i rumori ambientali della città sotto lockdown. Un modo per ricordare anche alle generazioni future che senza il frastuono di motori e cantieri c’è un territorio naturale da far conoscere.