Storia dei musei

Un museo per i tappeti

Strano ma vero, anche l’Italia potrebbe finire con l’avere un museo dedicato solo ai tappeti. Normalmente questi edifici dedicati alla conservazione dei preziosi manufatti si trovano all’estero – e alcuni di questi sono legati alla nostra nazione da un rapporto di collaborazione strettissimo, come succede per quello nazionale azero.

A Venezia, un lascito fondamentale

Succederà (la cosa è praticamente certa) sull’Isola di San Giorgio Maggiore di Venezia, dove si trova la Fondazione Cini.

Questa importante onlus si è occupata per i passati settant’anni di recuperare l’isolotto al largo di Venezia, degradato da quasi due secoli di occupazione militare, con eventi d’arte, spettacoli dal vivo e mostre.

Di recente, sono stati lasciati in eredità alla fondazione quasi 1400 tappeti antichi, per la musealizzazione dei quali si sta lavorando da qualche tempo: alla fine del percorso di progettazione, l’Italia avrà una struttura unica nel suo genere.

Solo per veri appassionati di tappeti

Un museo del tappeto, peraltro, verrebbe incontro ai gusti dei tanti appassionati che si trovano frustrati dalla dispersione di capolavori antichi, molti dei quali ai Musei Vaticani o ai Capitolini di Roma, così come al Palazzo Ducale di Mantova, a Capodimonte a Napoli o a Brescia. Un giro d’Italia che non a tutti è possibile, e per ovviare al quale spesso si comincia una collezione propria. Come?

Innanzitutto frequentando aste e antiquari. E poi rivolgendosi ai venditori specializzati di questo settore, alcuni dei quali non vendono solo tappeti persiani a prezzi decisamente interessanti ma hanno in catalogo un’ampia scelta di soggetti e stili.

Qualcuno si starà domandando come sia possibile avere più di un paio di tappeti in casa o anche di più, tanti da costituire una collezione.

È vero, i nostri alloggi in media hanno metrature sempre più piccole, ma le soluzioni di arredamento che includono tappeti sono più numerose che mai: le ultime tendenze, per esempio, prevedono tappeti sotto il tavolo della cucina, ma anche appesi al muro a sostituire la classica testiera del letto. O, ancora, per scaldare stanze fredde come si sarebbe fatto con gli arazzi: insomma, non bisogna essere dei castellani per avere un proprio “museo del tappeto”!

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